Il celebre volto rappresentato a mezzo busto da Bessi e Lazzarini, sul fronte di ben due biglietti da mille lire ( Verdi 1^ tipo e Verdi 2^ tipo) è quello di Giuseppe Verdi, uno dei massimi compositori italiani ed europei dell’Ottocento,autore di pagine musicali indimenticabili ed ancora amate e riproposte nel repertorio operistico odierno. Basti solo citare La Traviata, il Rigoletto, il Trovatore, il Nabucco tra i titoli immortali del melodramma mondiale. Eppure, la vita di questo eminente artista non fu facile. Nato nel 1813 a Roncole di Busseto ( da cui il celebre appellativo dato a Verdi, il “cigno di Busseto”), in provincia di Parma, da un’oste e da una filatrice. Fin da bambino prende lezioni di musica dall’organista del paese, esercitandosi su una spinetta scordata regalatagli dal padre. Gli studi musicali proseguono in modo sconclusionato, fino a quando Antonio Barezzi, commerciante e musicofilo di Busseto lo accoglie in casa sua pagandogli studi regolari. Animato dunque da buona volontà Verdi si trasferisce a Milano e si presenta al Conservatorio per proseguire gli studi,ma incredibilmente non viene ammesso….”per scorretta posizione della mano e raggiunti limiti di età”!!
Tornato a Busseto,viene nominato maestro di musica del Comune e direttore della Banda. Ma dopo il matrimonio ed il trasferimento a Milano, ecco apparire all’orizzonte un contratto con la casa di edizioni musicali Ricordi…e così Verdi potè esordire con le sue magnifiche opere.
Da allora inizieranno anni di durissimo ed intenso lavoro a causa della notevole quantità di opere che gli vennero commissionate . Alla sua vita artistica si aggiunsero poi anche gli onori politici; dopo l’elezione a deputato del primo Parlamento italiano è nominato senatore. In questi anni compone la celebre “Messa da requiem” per commemorare la morte di Alessandro Manzoni. Alla veneranda età di 80 anni compone ancora l’Otello e il Falstaff, altri capolavori del melodramma.
Giuseppe Verdi muore il 27 gennaio 1901 presso il Grand Hotel et de Milan, in un piccolo appartamento in cui era solito alloggiare durante l’inverno. Negli ultimi giorni della sua agonia, come segno di omaggio, fu sparsa della paglia sulla strada accanto alla sua abitazione,per impedire che il rumore dei carri che transitavano potesse recare fastidio al suo doloroso riposo. I suoi funerali si svolgono come aveva chiesto, senza sfarzo né musica, semplici come la sua vita era sempre stata.In questa sede sovvengono le parole del De Sanctis, il quale ebbe ad affermare che “…la semplicità è la forma della vera grandezza”!!.